Innovazione Mar 08, 2021

IL VOLTO DI SAN GIOVANNI - QUANDO ARTE E STORIA INCONTRANO LA TECNOLOGIA

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Besano è un tipico paese della provincia operosa di quell’Italia umile ma tutta da scoprire, incastonato tra le valli delle Prealpi varesine e l’incantevole scenario del lago Ceresio, a un tiro di schioppo dal confine svizzero.  Poche migliaia di anime, una chiesa del Seicento con i suoi immancabili capolavori d’arte, il suo campo da calcio, qualche osteria, i suoi negozietti di una volta, e un museo! Sì, perché Besano ha il suo dinosauro, il Besanosauro. Fu scoperto anni fa in una delle tante cave del circondario. Inutile dire che Besano è ufficialmente patrimonio dell’umanità, parte del comprensorio del Monte S. Giorgio, protetto dall’Unesco. Inoltre ha dato i natali a generazioni di scultori e scalpellini.

Tra loro un tale Gerolamo Argenti, le cui statue ancora ornano le guglie del Duomo di Milano. A lui si deve anche la statua di San Giovanni Battista, posta in cima alla “nuova” torre campanaria di Besano, inaugurata nel 1808. A più di 40 metri d’altezza sopra i tetti del paese, domina la valle e la protegge dai mali terreni, dalle carestie e soprattutto dalle malattie.

 

L’intervento di Studio Volpi
 

Recentemente, il comune di Besano, insieme alla parrocchia e alle associazioni del territorio, ha deciso di restaurare la torre. E come succede da queste parti: detto, fatto! Ci si è però ben presto resi conto che la statua del Santo, tornata al massimo splendore, era di fatto inaccessibile ai più! La salita incomoda e ripida per i 40 metri del campanile era in effetti assai perigliosa, del tutto improponibile per eventuali turisti.  Così ha iniziato a farsi strada l’idea che sarebbe stato il Santo a dover scendere a quote più terrene.

Gianmario Volpi, fondatore dello Studio e originario di Besano, ha deciso di contribuire alla risoluzione del caso della statua irraggiungibile. In effetti Studio Volpi disponeva della tecnologia necessaria al progetto. Inoltre possedeva l’esperienza e le competenze per sviluppare una visione strategica mirata al posizionamento e la promozione di Besano e della Valceresio come destinazione d’elezione per gli amanti dell’arte, della storia e della natura.

Se la statua non si poteva materialmente rimuovere dalla cima della torre, diventava necessario realizzarne una copia perfetta in scala naturale. Questa copia poteva essere sia “materiale” sia “virtuale”, o entrambe. La prima cosa da fare è stata quindi l’acquisizione di una immagine 3D ad alta risoluzione, da utilizzarsi poi in una molteplicità di applicazioni.

La mappatura del santo
 

Gli sforzi per la faticosa e talvolta acrobatica salita attraverso le impalcature che impacchettano il campanile furono ampiamente ripagati dalla vista mozzafiato sulla valle e sul lago, oltre che da un esclusivo e ravvicinato faccia a faccia col Santo in persona.

Lo scanner manuale impiegato nel progetto Besano era in grado di rilevare sia la geometria sia il colore dell’oggetto analizzato. Il Santo è in effetti un piccolo colosso, più grande di un uomo poiché doveva essere avvistato da lontano. Si è quindi deciso di acquisire i dati suddividendo la statua in diverse parti. Prima la testa, poi il resto del corpo, l’agnello tra le sue braccia, e così via. Dopo circa tre ore e mezzo di lavorazione, si otteneva un “girato” di circa 35 minuti, consistente in poco meno di 40.000 frame e milioni di punti individuali che formavano la mappatura completa.

Di ritorno allo Studio, si trattava di “rimettere insieme i pezzi” grazie al software 3D imaging dedicato. Veniva così creata una versione digitale della statua, inclusa la realistica riproduzione della superficie. Il grano e il colore dell’arenaria usata da Argenti oltre due secoli fa risultavano perfettamente replicati, ed ogni singolo segno dello scalpello dell’artista fedelmente ricostituito.

Prima stampa
 

Avendo a disposizione un modello virtuale 3D ad alta risoluzione, si è poi potuto pensare ai passi successivi, più ambiziosi, come una riproduzione fisica della statua, o di alcune sue parti. Il volto del Santo diventava oggetto del primo esperimento di stampa.

La testa di San Giovanni, a grandezza naturale, era ancora troppo voluminosa per la stampante 3D a resina liquida dello Studio, così la si divideva a spicchi, con tutto il rispetto per il santo. Per ognuno dei quattro elementi, circa 20 ore di stampa. Alla fine si incollavano molto laicamente insieme per ottenere una testa completa, cava all’interno come fosse una maschera. Si cancellavano poi i raccordi manualmente per ottenere una superficie uniforme, senza soluzione di continuità. Infine la maschera passava ad un artigiano restauratore per la fase successiva, interamente manuale.

Dall’artista alla macchina, all’artigiano
 

“Ogni giorno, tendiamo ad andare oltre il concetto di innovazione”. Queste parole di Gianmario Volpi ben riassumo lo spirito che ha animato lo Studio durante la realizzazione di questo progetto. Uno dei suoi aspetti più affascinanti è stata senza dubbio la grande armonia, quasi la simbiosi, tra antico e futuristico, tra sacro e scienza, tra emozione artistica e tecnologia. Questa statua è emersa dal passato, passando dallo scalpello di un costruttore di cattedrali agli strumenti tecnologici dei tecnici di 3D imaging, alle mani di un moderno artista restauratore. Quest’ultimo passaggio è stato particolarmente significativo in quanto ha donato un’anima e un soffio vitale a quello che fino ad allora era un semplice pezzo di resina, quasi a ribadire la centralità dell’uomo in un mondo sempre più governato dalla performance tecnologica. L’artista ci ha aggiunto il tocco finale, riproducendo alla perfezione il colore e la grana dell’originale, fino alla sensazione al tatto, precisa, realistica. Ci sono voluti passione, manualità, tempo ed esperienza. Sì, siamo ben oltre il concetto di innovazione.

E per la prima volta in duecento anni, i besanesi hanno potuto guardare in faccia il “loro” Santo.

San Giovanni social
 

Oggi, compiuta la prima parte della missione, lo Studio guarda al futuro e pensa alla definizione di una roadmap strategica per la promozione del turismo in Valceresio. La vicinanza di Milano, di Lugano e dei grandi laghi sono sicuramente elementi a favore, oltre al prestigioso status di patrimonio Unesco, così come la varietà dell’offerta culturale e sportiva: dalle visite ai musei locali, alle chiese coi loro tesori e ai luoghi d’arte, alle numerose possibilità di trekking lungo i sentieri del comprensorio, ai percorsi in mountain bike tra scenari mozzafiato e discese al cardiopalma tra i boschi. Il buon Santo, nelle sue rappresentazioni olografiche o fisiche, può costituire un punto di partenza, o di arrivo, di una vera e propria avventura culturale, artistica e sportiva.

Studio Volpi si impegnerà ora a seguire l’evoluzione del progetto, mettendo a disposizione la sua esperienza e le sue competenze in materia di branding e di comunicazione per aiutare il Santo a muovere i primi passi sui social, diventando così il punto focale di un sistema di marketing territoriale davvero innovativo, che metta in rete le risorse disponibili, con la partecipazione dei vari attori in un progetto virtuoso tra pubblico, privato e associazioni.

Nel frattempo il buon Santo continuerà, dalla beata solitudine delle vette del suo campanile, a proteggere le genti di Besano e della sua valle, come del resto ha fatto per gli ultimi duecentotredici anni.